Episodios

  • Finalmente un piccolo spazio da «Un Viaggio in Italia» di Guido Ceronetti
    Oct 5 2025
    Finalmente un piccolo spazio di gentilesimo puro tra gli orti, necropoli ma vivente, biancheria lavata, aie con anatre e tacchini lo circondano: è il sepolcreto romano di Aquileia. Una lumachina si arrampica su per l'unico gruppo statuario, una donna decapitata che abbraccia una bambina.Cielo chiaro.Si sta bene in un recinto che non rammenta l'ossessiva presenza del Dio cristiano.Questi morti lontani per buona sorte non risorgeranno.Piacevole, con uno scorrimento d'acqua, tra i cipressi, è la passeggiata detta Via Sacra.Mi annoio.Niente di insolito mi fa segno da qualche luogo o persona; sudo noia.Mentre scrivacchio qualcosa tra i ruderi un toscano dal campo sportivo mi grida: - O Silvio Pellico che scrivi tu laggiù?Collocata all'ombra della basilica romanica, ma non fusa, c'è una terza religione, la guerriera-nazionale, che ha per antifonario il turpiloquio dannunziano, i cui morti non dormono per l'eternità né risorgeranno, ma sono sempre presenti.Luoghi narranti narrati e citati: Aquileia - Sepolcreto Romano di Aquileia - Via Sacra - Basilica Santa Maria Assunta - Palmanova - Santa Giustina - Udine - Oslavia - Gorizia - Nova Gorica - Stazione di Montesanto (Nova Gorica) - Trieste - Puntofranco Nuovo di Sant’Andrea - Molo N. 7 - Caffè San MarcoSe VUOI puoi cliccare sul link che trovi qui sotto per ASCOLTARE tutti i podcast di «Un Viaggio in Italia» https://penisolabella.blogspot.com/2024/06/un-viaggio-in-italia-del-1981-1983-di.html A volte a piedi, a volte in treno, a volte in corriera, sempre con gli scrittori amati nella valigia: così Guido Ceronetti viaggiò in Italia in un periodo di circa due anni, fra il 1981 e il 1983, ispirato dall’editore Giulio Einaudi che aveva intuito sposarsi molto bene la sua indignazione satirica con il resoconto di viaggio.Ceronetti attraversa grandi città e piccole località di provincia, visita piazze, monumenti, musei, ma anche carceri, cimiteri, distretti di polizia, manicomi.Annota i manifesti affissi sui muri, le insegne dei negozi, e denuncia le volgarità che lo feriscono.Ma il libro non è solo un reportage splendidamente fazioso.E’ anche un taccuino affollato di pensieri, di citazioni, di idiosincrasie.Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/penisolabella-viaggi-nell-italia-sconosciuta--5926625/support.
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    15 m
  • Il cimitero cattolico di Trieste da «Un Viaggio in Italia» di Guido Ceronetti
    Oct 3 2025
    Il cimitero cattolico di Trieste sembra li allevi, i gatti ...
    Ce ne sono dappertutto, ben ingrassati con carne di cipresso.
    In un solo punto né conto otto.
    Il più nero sta sopra la tomba Greenham, brutta e volgare, e gli dà un po' della sua nobiltà egizia.
    - Sono centinaia i gatti, qua ... In tutti i campi ce n'è ... La zente quando vol disfarsi porta qua e poi gli porta da mangiare ... Ne nascono anche tanti ... Quando fa freddo vanno sotto i cespugli e nelle cappelle ...
    Il piacere di un'ora o due di solitudine tra solitari ai tavoli del Caffè Tommaseo.
    Il caffè è proprietario di un mucchio di preziose carte autografe tommaseiane; ne copio qualcuno.
    «L'animo è tranquillo, la notte è serena; e la luna solitaria rischiara col pallido raggio la muta terra. Che brami, cuor mio?»
    (È un fogliettino bianco ingiallito di carta e Ingres dove non appare nient’altro).
    Su un altro appare soltanto la parola LUNA.

    Luoghi narranti narrati e citati: Trieste - Cimitero di Trieste - Caffè Tommaseo - Sagrado - Cima Tre del San Michele - Museo di Redipuglia - Scalinata di Redipuglia

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    A volte a piedi, a volte in treno, a volte in corriera, sempre con gli scrittori amati nella valigia: così Guido Ceronetti viaggiò in Italia in un periodo di circa due anni, fra il 1981 e il 1983, ispirato dall’editore Giulio Einaudi che aveva intuito sposarsi molto bene la sua indignazione satirica con il resoconto di viaggio.Ceronetti attraversa grandi città e piccole località di provincia, visita piazze, monumenti, musei, ma anche carceri, cimiteri, distretti di polizia, manicomi.Annota i manifesti affissi sui muri, le insegne dei negozi, e denuncia le volgarità che lo feriscono.Ma il libro non è solo un reportage splendidamente fazioso.E’ anche un taccuino affollato di pensieri, di citazioni, di idiosincrasie.

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    15 m
  • XXI giornata, 17 ottobre - Piazza di Serra da «Colonna mobile in Calabria nell’anno 1852» di Horace Rilliet
    Oct 3 2025
    Il tempo s'era, già ieri sera, coperto di nuvole e questa mattina volge alla pioggia.
    Ciò malgrado, giriamo per le vie osservando le curiosità.
    Vado come al solito a visitare i malati, che, malgrado la pesante marcia del giorno prima, sono poco numerosi.
    Poiché non vedo l'ufficiale medico mi informo se è malato.
    Mi dicono che è sano come un pesce, ma che, avendo dato da lavare la sua unica camicia, è obbligato a stare a letto e ad aspettare questo indumento indispensabile per mostrarsi in pubblico e sollevare l'umanità sofferente.
    Negli splendidi appartamenti della casa, M., nella funzione solenne di ufficiali di picchetto, dà udienza e rende giustizia a diversi abitanti che vengono da lui a protestare.
    Oggi è domenica e il battaglione va a sentire la messa al suono della fanfara; la popolazione non ha mai sentito niente di così bello e arde dal desiderio di assistervi, ma siccome la chiesa è troppo piccola, bisogna escluderne la maggior parte.

    Luoghi narranti narrati e citati: Serra San Bruno - Certosa di San Bruno - Ferriere di Mongiana - Maida

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    Nel diario dei trentaquattro giorni della spedizione, dalla partenza per mare da Napoli per Sapri il 27 settembre, al rientro a Napoli da Pizzo Calabro il 30 ottobre, Rilliet non si limita a descrivere i paesaggi e i costumi dei luoghi attraversati, ma ne riferisce gli avvenimenti storici, specialmente quelli a partire dal 1799, e ne osserva le relazioni sociali.Il volume altro non era che una sorta di “diario” che il suo autore aveva composto al seguito di Ferdinando II di Borbone, in viaggio nelle estreme propaggini del suo regno, tra il 27 settembre 1852 e il 30 ottobre seguente.

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    18 m
  • XX giornata, 16 ottobre. Sosta a Chiaravalle da «Colonna mobile in Calabria nell’anno 1852» di Horace Rilliet
    Oct 2 2025
    Molto tempo prima dell'alba le donne cominciano a fare davanti alla nostra porta una gran confusione; vengono per assicurarsi della sorte del loro curato.
    Il «mi hanno serrato» del giorno prima ha prodotto una grande agitazione; esse cominciavano a sospettare che saremmo stati capaci, in caso di bisogno, di mangiare il vecchio, così, com'era sembrato che W., potesse farlo con i bambini.
    Ma noi gli restituiamo il loro sacerdote intatto e ci apprestiamo a lasciare questi abominevoli luoghi.
    Già alle quattro del mattino e in una notte perfettamente scura erriamo per quelle che gli abitanti di Curinga chiamano vie; urtiamo contro i muri, contro i passanti e scivoliamo irresistibilmente sino ai piedi di pendii ripidi, ingegnosamente distribuiti lungo alcune strade e che si trovano così all'improvviso sui propri passi che ci si accorge della loro presenza soltanto dopo essere giunti quaranta piedi più giù.
    Ci spiegano che ciò deriva dal terremoto del 1783 e che questi inconvenienti sono solo momentanei, visto che si è già pensato di riparare i danni.

    Luoghi narranti narrati e citati: Curinga - Monteleone - Simbario - Spadola - Serra - Chiaravalle

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    Nel diario dei trentaquattro giorni della spedizione, dalla partenza per mare da Napoli per Sapri il 27 settembre, al rientro a Napoli da Pizzo Calabro il 30 ottobre, Rilliet non si limita a descrivere i paesaggi e i costumi dei luoghi attraversati, ma ne riferisce gli avvenimenti storici, specialmente quelli a partire dal 1799, e ne osserva le relazioni sociali.Il volume altro non era che una sorta di “diario” che il suo autore aveva composto al seguito di Ferdinando II di Borbone, in viaggio nelle estreme propaggini del suo regno, tra il 27 settembre 1852 e il 30 ottobre seguente.

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    25 m
  • L'Isonzo a Gorizia, chiaro mattino da «Un Viaggio in Italia» di Guido Ceronetti
    Oct 1 2025
    L’Isonzo a Gorizia, chiaro mattino, rive calme e verdi, scarpe bagnate, acqua lucida, bel suono, lampade del sole nell'acqua che si fa da nicchia, molti fiori settembrini, l'ulivo né d’Oriente né d'Occidente in qualche luogo, nascosto.
    Mercatino delle contadine slovene in un cortile, ciascuna con poca roba, ma tutta bella e pura, pomodori, uva, fichi, rape, zucche, uova, facce nobili e pulite, denti malandati da cui esce la verità; molti fiori.
    Compro qualche fiore, mangio nove fichi (30 settembre).

    Luoghi narranti narrati e citati: Gorizia - Piazza della Vittoria 8 - Teatro Verdi

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    A volte a piedi, a volte in treno, a volte in corriera, sempre con gli scrittori amati nella valigia: così Guido Ceronetti viaggiò in Italia in un periodo di circa due anni, fra il 1981 e il 1983, ispirato dall’editore Giulio Einaudi che aveva intuito sposarsi molto bene la sua indignazione satirica con il resoconto di viaggio.Ceronetti attraversa grandi città e piccole località di provincia, visita piazze, monumenti, musei, ma anche carceri, cimiteri, distretti di polizia, manicomi.Annota i manifesti affissi sui muri, le insegne dei negozi, e denuncia le volgarità che lo feriscono.Ma il libro non è solo un reportage splendidamente fazioso.E’ anche un taccuino affollato di pensieri, di citazioni, di idiosincrasie.

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    8 m
  • Come ritrovare, tra le infinite pietre da «Un Viaggio in Italia» di Guido Ceronetti
    Oct 1 2025
    Come ritrovare, tra le infinite pietre naufraghe del vecchio cimitero ebraico di San Nicolò di Lido quella col l'epitaffio che dettò per sé stesso in letterato Leon Da Modena, morto il 21 marzo 1648?
    Una traduzione, fatta quando fu scoperta, dice: “parole del morto: quattro braccia di terra in questo recinto a titolo di possesso per l'eternità furono acquistate dall'alto per Giuda Leone Da Modena. Sii benigno con lui o Signore e dagli pace. Morì di sabato 27 Aer 5408.”
    Sicuramente quel letterale dall'alto va inteso come dall'Altissimo, solo questo rende al testo la sua intera pregnanza metafisica.
    L'assoluta trascendenza acquista per il suo pio ebreo veneziano, autore di opere sicuramente illeggibili, una casa per l'eternità con la stessa autorità con cui regala a Giacobbe la terra cananea.
    Quella tomba, dunque, è a Venezia soltanto per i profani: in realtà è un pezzo di Gerusalemme; il morto parlando non lo rivela ma lo lascia chiaramente intendere a chi sappia che l'altissimo non acquista per i suoi che terra filina.
    Non c'è stato bisogno di far viaggiare la salma di una pericolosa navigazione, perché Dio può fare di qualunque braccio di terra lagunare una perfetta Giudea.
    Lo scritto può apparire immodesto e privo di misura, tradire un’avarizia senza limiti: è semplicemente fedele a una Tradizione.

    Luoghi narranti narrati e citati: Venezia - Cimitero Ebraico di San Nicolò di Lido - Campo San Crisostomo - Campo San Maurizio - Galleria dell’Accademia

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    A volte a piedi, a volte in treno, a volte in corriera, sempre con gli scrittori amati nella valigia: così Guido Ceronetti viaggiò in Italia in un periodo di circa due anni, fra il 1981 e il 1983, ispirato dall’editore Giulio Einaudi che aveva intuito sposarsi molto bene la sua indignazione satirica con il resoconto di viaggio.Ceronetti attraversa grandi città e piccole località di provincia, visita piazze, monumenti, musei, ma anche carceri, cimiteri, distretti di polizia, manicomi.Annota i manifesti affissi sui muri, le insegne dei negozi, e denuncia le volgarità che lo feriscono.Ma il libro non è solo un reportage splendidamente fazioso.E’ anche un taccuino affollato di pensieri, di citazioni, di idiosincrasie.

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  • XIX giornata, 15 ottobre - La battaglia di Maida da «Colonna mobile in Calabria nell’anno 1852» di Horace Rilliet
    Sep 30 2025
    Lasciamo Amato presto e in un incantevole mattinata d'autunno; ci inoltriamo in sentieri fioriti e ombrosi attraverso la montagna.
    L'area pura e fresca che si respira rende il corpo più leggero e l'animo più aperto a tutte le sensazioni piacevoli che sveglia lo spettacolo della natura alle prime ore del giorno.
    Il delizioso sentiero dove marciamo con le sue siepi il biancospino, di gelsomino e di mirto sembra fatto apposta per disporre lo spirito alla beatitudine.
    Ci troviamo in un vero Eden.
    Gli odori più soavi riempiono l'aria, l'allodola fa risuonare i suoi gioiosi gorgheggi e i boschi echeggiano i concerti degli esseri pennuti.
    Talora si passa presso uno steccato che racchiude una casetta, seminascosta tra le folte siepi di bosso.
    Sulla soglia di casa una contadina dal viso fresco ci guarda passare; vicino a lei un pecoraio accarezza uno di quei bei cani dal pelo bianco e fitto, compagno inseparabile del pastore napoletano.

    Luoghi narranti narrati e citati: Amato - Marcellinara - Catanzaro - Vena di Maina - Maida - Strongoli - Cassano All’Ionio - Amantea - Cariati - Monteleone - Cotrone - Curinga

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    Nel diario dei trentaquattro giorni della spedizione, dalla partenza per mare da Napoli per Sapri il 27 settembre, al rientro a Napoli da Pizzo Calabro il 30 ottobre, Rilliet non si limita a descrivere i paesaggi e i costumi dei luoghi attraversati, ma ne riferisce gli avvenimenti storici, specialmente quelli a partire dal 1799, e ne osserva le relazioni sociali.Il volume altro non era che una sorta di “diario” che il suo autore aveva composto al seguito di Ferdinando II di Borbone, in viaggio nelle estreme propaggini del suo regno, tra il 27 settembre 1852 e il 30 ottobre seguente.

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  • XVIII giornata, 14 ottobre - L'Amato e il Golfo di Sant'Eufemia da «Colonna mobile in Calabria nell’anno 1852»
    Sep 29 2025
    Amato è un grazioso paese che da lontano, tutto circondato da alberi e adornato da verdi colline fa un grazioso effetto.
    Salendo a est del paese, dal lato di Miglierina, situato a mezzo miglio da Amato, si gode di una vista magnifica e molto estesa.
    Dall'altro lato della valle, appena un quarto di lega in linea dritta, si trova Tiriolo, addossato alla massa imponente delle montagne che abbiamo percorso i primi giorni; esse discendono rapidamente a est, sino al Golfo di Squillace che limita l'orizzonte.
    A mezzogiorno il terreno si innalza e va a formare la catena delle montagne della Calabria Ulteriore, le cui protuberanze dolci e progressive hanno perso il carattere aspro e di selvaggia maestà della Sila.
    Ad Ovest infine, ai nostri piedi, Amato, più grazioso da vedere che da abitare, e più in là montagne e colline che s’abbassano gradatamente sino al corso del Lamato la cui vasta vallata si estende sino al Golfo di Sant'Eufemia, il mare blu e, all'orizzonte, il cono dello Stromboli col suo pennacchio di fumo.

    Luoghi narranti narrati e citati: Amato - Golfo di Sant'Eufemia

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    Nel diario dei trentaquattro giorni della spedizione, dalla partenza per mare da Napoli per Sapri il 27 settembre, al rientro a Napoli da Pizzo Calabro il 30 ottobre, Rilliet non si limita a descrivere i paesaggi e i costumi dei luoghi attraversati, ma ne riferisce gli avvenimenti storici, specialmente quelli a partire dal 1799, e ne osserva le relazioni sociali.Il volume altro non era che una sorta di “diario” che il suo autore aveva composto al seguito di Ferdinando II di Borbone, in viaggio nelle estreme propaggini del suo regno, tra il 27 settembre 1852 e il 30 ottobre seguente.

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