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Memorie di Resistenza fiorentina

Memorie di Resistenza fiorentina

De: Memorie Resistenza fiorentina
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Storie note o poco ricordate, significative ed esemplari, di partigiani e partigiane, degli internati militari e degli ebrei, degli operai e delle operaie negli scioperi del 1944, delle vittime senza nome dei bombardamenti alleati e delle esecuzioni sommarie, dei deportati e torturati nelle “Ville Tristi”, vissute dall'8 settembre 1943 fino ai giorni della “battaglia di Firenze", terminata il 1° settembre 1944 con la liberazione di Fiesole e dell’intero territorio fiorentino.

Gli audio sono una produzione Associazione Culturale Visione. Produttore esecutivo Matteo Cichero, regia Matteo Mascotto.

Voci di Anastasia Ciullini e Tommaso Carli.Comune di Firenze. Biblioteche comunali fiorentine
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Episodios
  • Al carcere delle Murate le torture continuano
    Oct 1 2025
    Memorie di Ferdinando Pretini, partigiano della Divisione Giustizia e Libertà.

    Arrestato nel novembre del 1944 fu una delle vittime più ferocemente torturate dalla Banda Carità, il Reparto dei Servizi Speciali comandato da Mario Carità, che operò a Firenze durante il periodo della Repubblica Sociale.

    I tentativi di Carità di ottenere informazioni dal nostro parrucchiere continuarono anche durante la detenzione. Un giorno un incaricato del maggiore gli chiese di descrivere i connotati della persona alla quale, come aveva riferito la spia, Pretini aveva consegnato molte paia di scarpe destinate ai partigiani di Monte Morello. La sospettata era Eleonora Benveduti Turziani, la dirigente azionista che si occupava della protezione dei clandestini e fuggiaschi e dell'approvvigionamento per le formazioni partigiane dislocate sull'Appennino. Carità l'aveva fermata ma nei suoi confronti non possedeva alcun elemento di prova e nella sua abitazione non era stato trovato nessun materiale sospetto. Per depistare il maggiore Ferdinando attribuì alla donna, a cui aveva consegnato le scarpe, connotati esattamente opposti a quelli della Turziani. In quei giorni di prigionia, utilizzando dei bigliettini ricavati dai moduli a stampa del carcere, Pretini annotava i fatti che gli sembravano rilevanti e intratteneva una minima corrispondenza con la moglie Maria Mainardi. In una nota non datata scrive di aver visto dallo spioncino uno dei luogotenenti di Carità, un certo capitano Agostini, che, passando di fronte alla sua cella, aveva detto ad alta voce: “per questo famoso Pretini si può ordinare la cassa da morto, è questione di giorni se non di ore, con Carità non si scherza, quello te li liquida tutti al muro i partigiani, ma se canta, potrà salvarsi.”

    Lettura tratta dal libro di Francesco Saverio Tucci, “Il parrucchiere, il monaco, la spia”, Youcanprint, 2022

    Memorie di Resistenza fiorentina è un progetto, realizzato dal Comune di Firenze, che raccoglie storie di persone che hanno contribuito alla Resistenza delle città con l’obiettivo di promuovere un patrimonio di memoria storica collettiva.
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  • Le torture subite a Villa Malatesta per mano di Carità e della sua banda
    Oct 1 2025
    Memorie di Ferdinando Pretini, partigiano della Divisione Giustizia e Libertà.

    Arrestato nel novembre del 1944 fu una delle vittime più ferocemente torturate dalla Banda Carità.

    La Banda Carità è il nome con cui è conosciuto il Reparto dei Servizi Speciali, che opera a Firenze durante il periodo della Repubblica Sociale e comandato da Mario Carità.

    Il trattamento riservato a Pretini fu di una violenza e di una crudeltà indicibili e il militante azionista portò per il resto della vita i segni di quel sadico accanimento sulla sua persona. Sul parrucchiere, Carità testò tutto il suo repertorio di tecniche inquisitorie, che comprendeva non solo violenze fisiche di ogni genere ma anche sevizie morali, intimidazioni, minacce, ricatti, shock emotivi. Ma lasciamo la parola a Ferdinando: Anzichè mettermi con gli altri imputati mi portarono davanti ad un usciolino dalla porta del cortile – era molto buio e imperversava il maltempo – e mi dissero: “Entra qua dentro!” Non ebbi il tempo di affacciarmi che mi sentii percuotere violentemente dal calcio del fucile nella schiena, con accompagnamento di calci e pugni, che mi fecero ruzzolare in una cantina semibuia. Mi trovai in fondo alla scala, quando simultaneamente due militi di Carità mi si scagliarono addosso e cominciarono, proseguirono ininterrottamente l'opera dei primi, percuotendomi violentemente con i calci di fucili e delle rivoltelle, alternando le percosse con grida di minacce, dicendomi: “Parla, traditore; devi parlare a tutti i costi, dal momento che ti hanno portato qui, vuol dire che sei un traditore!” In un momento di tregua domandai loro: “Ma perchè mi picchiate in questo modo, se il vostro comandante mi deve ancora interrogare?” Risposero con una scarica ancora più violenta di pugni e di calci, dicendomi: “Questo per farti capire e ricordare di non dimenticare niente di ciò che devi e sai di dover dire.”

    Letture tratte dal libro di Francesco Saverio Tucci, “Il parrucchiere, il monaco, la spia”, Youcanprint, 2022

    Memorie di Resistenza fiorentina è un progetto, realizzato dal Comune di Firenze, che raccoglie storie di persone che hanno contribuito alla Resistenza delle città con l’obiettivo di promuovere un patrimonio di memoria storica collettiva.
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  • Il perdono? Memorie su Mario Carità e la sua banda di torturatori di Gilda Larocca
    Oct 1 2025
    Gilda Larocca è stata una partigiana della divisione Giustizia e libertà e membro di Radio CORA, emittente clandestina che dal gennaio al giugno 1944 mantenne i contatti tra la Resistenza toscana e i comandi alleati.

    La Banda Carità è il nome del Reparto dei Servizi Speciali che opera a Firenze durante il periodo della Repubblica Sociale, comandato da Mario Carità.

    Si deve sapere, da tutti, a cosa può portare la privazione della libertà, per incitare, sempre, al rifiuto di ogni e qualsiasi forma di violenza. E fu con lo stesso spirito, solo per coerenza e per giustizia che non firmai, qualche anno dopo il processo, un documento, una specie di perdono giudiziale per la riabilitazione di uno dei “quattro santi”. Il perdono, avrei anche potuto firmarlo, loro, non erano altro che i “manovali” del crimine verso i quali avevo nutrito un misto di ripugnanza, di disprezzo ed anche una punta di pietà, perchè, evidentemente, erano dei tarati; ma non per la riabilitazione: se uno è veramente pentito, deve accettare le conseguenze dei crimini commessi. Ma se la riabilitazione doveva servire solo a farlo rientrare nel consorzio delle persone oneste, civili, con un passato di quel genere, per me non andava bene; non è con una firma che si può trasformare una belva in un uomo. E sarebbe stato, a mio avviso, come offendere ancor più le loro vittime.

    Lettura tratta dal libro di Gilda Larocca, “La Radio Cora di Piazza d'Azeglio e le altre due stazioni radio” pubblicato dalla casa editrice Giuntina nel 2004

    Memorie di Resistenza fiorentina è un progetto, realizzato dal Comune di Firenze, che raccoglie storie di persone che hanno contribuito alla Resistenza delle città con l’obiettivo di promuovere un patrimonio di memoria storica collettiva.
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