Episodios

  • Prospettive eccellenti per il teatro amatoriale cittadino (4 ottobre 1911)
    Dec 22 2024
    Prospettive eccellenti per il teatro amatoriale cittadino.

    Sabato 30 settembre la filodrammatica «Ermete Novelli», diretta con tanto amore e valore dal Dott. Aristide Matteucci rappresentò al Lauro Rossi Pietra fra pietre di Sudermann. Il cimento
    fu arduo: ma i bravi filodrammatici seppero superarlo anche nelle posizioni più difficili, tra il fragoroso plauso d'un pubblico assai folto e scelto. La Sig.na Leny Bertarelli, che affrontava il pubblico per la 2a volta, seppe guadagnarne le simpatie, in una parte difficoltosissima, con efficacia, con grazia, con sentimento. La Sig.ra Eda Proia Matteucci, anche lei nuova alle emozioni del palcoscenico, si addimostrò padrona della scena. Vivace, briosa la Sig.ra Angelina Riccio Matteucci che fece della sua parte una creazione felicissima.
    Un ottimo Giacomo fu Aristide Matteucci; egli fu nei punti principali di un vigore che strappò l'applauso. Nella scena culminante del 3° atto impressionò vivamente. Bene anche Ciro Matteucci che sfoggiò correttezza e naturalezza in una parte che presentava non poche difficoltà per i suoi poco netti contorni. Il Dott. Paolo Bertarelli, lasciò nel pubblico un'impressione incancellabile con la sua recitazione fatta di impeccabile naturalezza e spontaneità. Il Romanelli un Rocco che esilarò gli spettatori. De Cristofaro, aspro, violento e vile nella parte di Carlo. Il Parazzoli sottile e corretto nella parte del Commissario; Pierini e Piani efficacissimi. La piccola Fedra Silvetti disse la sua parte con precisione e grazia. L'incasso fu devoluto al tenore Bertini, a cui beneficio fu fatta la serata.

    (La Provincia maceratese, 4 ottobre).
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    3 m
  • La felice prova dell'autoptero Bernasconi (Aprile 1910)
    Dec 22 2024
    La felice prova dell'autoptero Bernasconi.

    Anche nei giornali della capitale si parlò tempo addietro di un nuovo tipo di aereoplano, inventato da uno studioso giovane residente a Macerata: il signor Fernando Bernasconi. In questi giorni e precisamente giovedì scorso l'inventore ed il costruttore del nuovo velivolo Sig. Renzo Rabbaglietti, tennero una riuscitissima prova presso la tenuta del conte Ludovico Carnevali sulla strada di Cingoli. Assistevano alla prova poche persone fra cui il Sig. Biagio Micozzi Ferri il cui stabilimento ha fornito il materiale, il conte Viscardi Materassi, il conte Risso Taurico, il meccanico Romeo Giovannetti e lo chaffeur del suddetto conte Materassi. L'areoscafo Bernasconi è un apparecchio simile nella configurazione ad un monoplano, ma si fonda su un principio assolutamente originale. La teoria del suo volo, formulata in base a una scoperta scientifica dello stesso Bernasconi, è poi in sostanza quella medesima del volo degli astori e delle rondini. In conclusione all'azione del motore si sostituisce a volontà quella del vento che senza timor di danno può anche esser violentissimo e raggiungere anche i 20 Km. all'ora, quanto debolissimo, servendo ugualmente allo scopo. Ciò non avviene per gli altri tipi di velivoli.
    L'autoptero è largo M. 9 lungo M. 5 ed ha la superficie di 17 mq. portante. Pesa senza motore Kg. 100 e durante la prova compreso il pilota il peso totale era di Kg. 215 (verrà a giorni applicato un motore Anzani e nuove prove verranno compiute). L'areoscafo autoptero Bernasconi verrà esposto da sabato 16 fino a giovedì 21 aprile nel teatro dell'Albergo Centrale per comodo di coloro che volessero averne esatta cognizione.
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    3 m
  • Per il patrimonio artistico della provincia di Macerata (18 gennaio 1912)
    Dec 22 2024
    Per il patrimonio artistico della provincia di Macerata. 18 gennaio 1912

    Ieri sera presso il regio Istituto tecnico si è riunita la società di amatori e cultori di belle arti e archeologia sotto la presidenza dell'architetto prof. Giuseppe Rossi. Erano presenti i professori Zdekauer e Arcangeli della nostra Università. I professori Bonci, Piersantelli, Ricci, Cento e il sig. Tucci, segretario. Dopo una viva e matura discussione vennero all'unanimità concretati due voti da presentare al Ministero della P.I.
    Uno, perchè la direzione regionale delle antichità e scavi che ha la sua sede ad Ancona, assuma carattere prettamente regionale, togliendole cioè la dipendenza dell'Abruzzo teramano, che per ragioni evidenti è più opportuno che dipenda dalla direzione regionale dell'Abruzzo.
    Un altro, perchè il Ministero prenda al più presto provvedimenti per la conservazione di due insigni monumenti medioevali cristiani, dell'alto medioevo, quali sono la chiesa di San Claudio in Val di Chienti, tra Macerata e Morrovalle, e la Abadia di Rambona, non lungi da Pollenza, tra Pollenza e Tolentino. Entrambi sono in uno stato di grande abbandono e di deperimento. Un altro voto venne pure concretato da presentarsi alla provincia e al comune nostro affinchè dieno opera a realizzare il tanto vagheggiato disegno di un Museo civico a Macerata. È da augurarsi che le iniziative e i desideri della benemerita associazione vengano degnamente considerate ed accolte, per il decoro provinciale e cittadino.
    Il Giornale d'Italia trattò già ampiamente l'argomento del Museo civico, ond'è noto come la passata amministrazione del Comune avesse già tracciato le linee fondamentali secondo le quali il Museo civico avrebbe dovuto in breve ora e con minima spesa realizzarsi. Per esse, la cosiddetta Pinacoteca comunale, sarebbe stata sbarazzata di tutto il materiale artistico che raccoglie ora (quadri, gessi, monete, maioliche) e la Biblioteca comunale Mozzi, la più importante delle Marche, avrebbe subito acquistata una magnifica sala di lettura, della quale manca, con grave disagio degli studiosi. Il materiale pesante, statue e lapidi, sarebbe stato disposto e ordinato nell'attuale pescheria, chiudendola con vetriate (sezione lapidaria), quello di quadri, maioliche, monete, ecc., al piano soprastante. Così avrebbe avuto corpo alfine il Museo civico di Macerata e sede degnissima, per luce, decoro, sicurezza con spesa insignificante.
    Ed è certo che quell'amministrazione, come in poco più di un anno curò che sorgesse dalle fondamenta la prima grande scuola elementare moderna che Macerata possiede così avrebbe restando, realizzato il disegno del civico Museo, già sicuramen- te delineato da essa. Entrato il problema della sistemazione delle scuole in altro curricolo, gioverà fare anche un altro dise- gno per il detto Museo: comunque è da augurarsi che il Comune consideri presto e seriamente la cosa per il decoro e l'interesse della città.

    (Il Giornale d'Italia, 18 gennaio).
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    4 m
  • Poesia 01 - "Babbu"
    Sep 15 2024
    Babbu Sòreme, mamma e babbu statìa in pena. Adèra tardi. Avìa gghjà fatto cena. Fòri, de née, ce n'era un béllu stratu. Nignìa. E io non ero ringasàtu. Li vardàsci se sa comme adè fatti: jé passa tande cóse pe' la mende. Nó’ lo fa apposta. Inzoma, adè distratti. Eppó, sùbbito dopo, se ne pende. Invatti, me ricordo 'llu momendu, quanno che quella sera ringasai. Era paura, addro che pindimendu ! E sotto, tra le gamme, me vagnai. Babbu ttizzàa lu fócu e statìa zittu. Mi' matre la minestra rescallava. Sòrema stia a sedé su lu vanghìttu, fissàa lu tavulì, senza fiatà. Quell'addra, preoccupata, me guardava, facènnome li segni co' 'na mà, quasci a volémme dì " Ma comme mai !? postà che tu sì tando tondoló da jì cerchènno sembre tandi guai ? 'Mo, te lu téni, se piji 'che mmoccató ! " Mi' matre facìa finda a stà rrabbiata. E, smuscinènno, mango s'era ccòrta, tand'era in pena a tando preoccupata, che la minestra, ammó, jé s'era scotta. Allora faccio : - Va', scùseme tando. Che adèra tardi, non c' 'io fatto mende. Te pò' succede, speciarmende quanno stai, co' l'amici, dendro lu caffè. Io staco vè', nó' m'é succésso gnènde. Su, non te devi preoccupà per me. - Me rispunnì : - Ahó, sì ringasatu ? ! C' 'i fatto stà u' mmoccó co' lu magó. Sciùcchete, ché sarai tuttu vagnatu. E, a rattizzà lu fócu seguitò.
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    3 m
  • Dal notiziario di Bandiera Rossa, organo dei Comunisti Marchigiani. (15 aprile 1944)
    Jul 14 2024
    15 aprile 1944. Dal notiziario di Bandiera Rossa, organo dei Comunisti Marchigiani. Macerata. La città è messa in continuo orgasmo dall'infierire della reazione fascista. I militi, sotto la guida di Ferazzani, nei tentativi di colpire i partigiani, riportano clamorose disfatte e sono costretti ad organizzare grandi funerali obbligando i cittadini a parteciparvi previa chiusura dei negozi, scuole ecc. Esasperati per i colpi che rice- vono in continuazione dai patrioti, sfogano la propria rabbia su pacifici passanti col pretesto che durante le cerimonie non tengono un buon contegno. Non è così o in qualsiasi altro modo che riusciranno a sfuggire alla giustizia partigiana che uno alla volta li raggiungerà tutti. Serravalle. La stessa notte che i partigiani dettero l'assalto alla caserma dei carabinieri, alcuni malfattori penetrarono nell'abitazione della famiglia Feliciangeli rubando biancheria, oggetti preziosi e denaro per un valore di L. 200.000. Fu poi messa in giro la voce che gli autori del furto erano i partigiani. I patrioti, fatte le indagini, acciuffarono i responsabili e dopo aver riunito tutta la popolazione, li obbligarono a riportare gli oggetti rubati al proprietario. Quindi fu chiesto alla popolazione che emettes- se il proprio giudizio sui colpevoli. Il verdetto popolare fu di clemenza ed i patrioti vi si attennero pur riconoscendo che il perdono, in simili casi, è un atto di ingiustizia sociale. Per i casi che eventualmente si ripetessero il procedimento sarà di spietata giustizia. Camerino. I fascisti del luogo dopo l'occupazione temporanea della loro caserma da parte dei patrioti, furono presi da un tale spavento che fecero murare due porte d'ingresso al paese mentre nelle altre veniva posta una guardia numerosa e armata fino ai denti. Civitanova M. I G.A.P. hanno lanciato una bomba contro l'abitazione dei fratelli Cecchetti colpevoli di resistere alla pressione esercitata dagli operai allo scopo di ottenere il pagamento del salario per tutto il periodo che lo stabilimento, danneggiato da bombardamento aereo, rimarrà chiuso. Ai suddetti è stata inviata anche una lettera, a nome degli operai, in cui è espressa la precisa intenzione di continuare a combattere fino al raggiungimento delle loro giuste rivendicazioni. Apiro. Allo scopo di impedire il raduno del bestiame, i partigiani si sono impadroniti dell'auto che doveva trasportare la commissione provinciale e contemporaneamente hanno avvertito i contadini di non presentarsi al raduno. I contadini hanno ascoltato l'avvertimento e il raduno non ha potuto aver luogo. San Severino. In località Valdiola, i tedeschi e fascisti hanno attaccato, con forze preponderanti, un distaccamento Garibaldi. I patrioti, che in primo tempo erano stati circondati, hanno saputo divincolarsi infliggendo al nemico rilevanti perdite. Circa 30 morti e altrettanti feriti nazi-fascisti sono rimasti sul terreno mentre i partigiani riportavano 10 morti e alcuni feriti.
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    4 m
  • Quelli che ieri favorirono la nostra ascesa al potere oggi ci colpiscono alla schiena (18 marzo 1944)
    Jul 14 2024
    Quelli che ieri favorirono la nostra ascesa al potere oggi ci colpiscono alla schiena. Macerata, in queste ultime settimane, ha dovuto assistere al proditorio assassinio di quattordici dei suo figli migliori, al ferimento di altri camerati, a vessazioni e rapine di ogni genere e misura. Bande di sconosciuti scorrazzano per gli abitati delle montagne assaltando i magazzeni di grano, depositi di viveri, trasporti di persone, depredando e distruggendo, sequestrando uomini e cose, seminando dovunque il terrore e la morte. Questo stato di cose ha creato una psicosi di viva apprensione e di orgasmo fra la popolazione della provincia, notoriamente tranquilla e radicalmente attaccata al proprio lavoro. Più doloroso il fatto che gli assassini e gli esecutori materiali sono in prevalenza degli italiani, imbevuti di odio e di vendetta contro i propri fratelli. Contro i responsabili dell'eccidio di Muccia, il Tribunale Militare pronuncerà tra breve il proprio verdetto in base alle leggi di guerra. (Imputati assolti; ndr). Ma noi vorremmo che si colpissero più severamente coloro che favoriscono il dilagare di queste manifestazioni di banditismo stando nell'ombra. È ormai notorio infatti che molti signorotti industriali, commercianti e grossi proprietari terrieri, hanno fornito mezzi e ospitalità ai banditi. Costoro sono in gran parte quegli stessi che negli anni della vigilia cercarono di favorire lo sviluppo del movimento fascista nella speranza di farne la guardia bianca della borghesia. Ora che il fascismo, attraverso la costituzione della Repubblica Sociale, ha mostrato ancora più chiaramente il suo vero volto, essi vogliono impedirne qualunque affermazione e sviluppo. Ma il fascismo è una idea universale che non può morire perchè è destinata a penetrare sempre più nella coscienza degli individui e non soltanto di quelli dei paesi dell'Asse. I cosiddetti <> - i quali, comunque vadano le cose, dovranno rendere conto delle loro azioni delittuose - spogliati del loro bieco livore antifascista che ne ha fatto dei banditi, eccetto gli stranieri e salvo poche eccezioni non sono che degli illusi. Essi combattono per un re e per un governo che nessuno vuole. Basta seguire gli avvenimenti delle provincie invase per convincersene. La stessa agenzia Reuter ha dato notizia che il recente comizio antifascista di Napoli è stato caratterizzato da una serie di fischi e di invettive all'indirizzo di Vittorio Emanuele e di Badoglio. Non per nulla la stampa nemica nelle provincie del meridione ha unanimamente affermato che il fronte antifascista è più compatto nei territori non occupati. I fatti hanno dimostrato che gli anglo-americani vogliono la nostra distruzione, non la nostra liberazione. Gli eserciti degli invasori sono formati soprattutto di negri del Sudan, del Senegal, del Camerun, del Congo, del Chenia, del Tanganica, di Marocchini, Algerini, Indiani, Indocinesi, Abissimi e negri d'America. Queste variopinte formazioni mercenarie stanno compiendo le atrocità più inaudite ai danni delle nostre donne e delle nostre famiglie del meridione. Alla luce di queste solari verità, non è difficile prevedere quale sarebbe la nostra sorte se l'Italia cadesse sotto il dominio dei suoi nemici. Saremmo dati in pasto alle truppe di colore. Ma come si può pensare che un siffatto mosaico di razze inferiori possa seriamente procurarci la libertà ed un maggior benessere? Ciò senza calcolare l'influenza del Cremlino che rappresenta ed esprime una concezione di origine asiatica in funzione della razza slava, la cui rivalità, rispetto ai popoli latini, è una pura mostruosità. Se tutto questo è vero non v'è chi non veda, per il bene della nostra Patria, l'inderogabile necessità di procedere decisamente contro coloro che non sono disposti a ricredersi. Se in tutte le provincie del nord, della Toscana e del Lazio è tutto un susseguirsi di volontari che chiedono l'onore di difendere l'Italia dalla invasione dei barbari, perché questa luce nuova non deve illuminare anche la nostra gente? Di fronte alla minaccia della totale distruzione, la sola alternativa è quella di difenderci contro tutto e contro tutti. E se per disavventura dovessimo soggiacere, meglio cadere sul fronte del combattimento che morire dall'umiliazione e dal disonore. Chi non sente questo imperativo categorico è un traditore ed un vile, un italiano indegno e contro cui occorrerà agire se si vuol salvare l'Italia.

    (Arturo Bernardi, L'Azione repubblicana del 18 marzo).
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    6 m
  • Uccisi a Muccia Corbelli Dino, Adriani Tommaso, Foglia Genuino, Foresi Mario, Ghiozzi Marcello, Pepa Mario e Franceschini Sal
    Jul 14 2024
    Uccisi a Muccia Corbelli Dino, Adriani Tommaso, Foglia Genuino, Foresi Mario, Ghiozzi Marcello, Pepa Mario e Franceschini Salvatore. Un grave fatto ha colpito in questi giorni la nostra Provincia. Una squadra della Guardia Repubblicana, comandata di scorta ad una squadra di operai, è stata barbaramente assalita in una imboscata. La squadra degli operai stava procedendo alla spalatura della neve sulle strade di Muccia per consentire la viabilità dei trasporti e della popolazione. Una banda di sconosciuti introdottisi nascostamente nelle vicinanze, mitragliava brutalmente i fedeli militi. Malgrado la subitanea reazione rimanevano uccisi sei militi ed un operaio. Altro operaio rimaneva gravemente ferito. L'atto proditorio della banda non può trovare attenuante né giustificazione alcuna; essa provoca tutto il nostro sdegno ed un profondo grido di orrore. Ignoriamo chi fossero i vili aggressori, ma ci rifiutiamo di credere che siano italiani anche se molti di essi, sono pervertiti ed avvelenati dalle mali arti del nemico. Ma se così non fosse, se il sangue sparso fosse frutto dell'opera di altri fratelli, allora bisognerà maledire ancora coloro che sono stati la causa di questo stato di cose. Ma occorrerà altresì superare le nostre titubanze, elevarsi al di sopra del nostro tormento e risalire quelle ripe boscose e deserte per indurre alla ragione, con gli stessi mezzi, questi forsennati rinnegatori del proprio sangue e della propria Patria. Tutto questo è sommamente doloroso, immensamente triste, ma altrettanto necessario per la tranquillità delle nostre case e delle nostre famiglie. Sono avvenuti qua e là altri misfatti, altri fatti dolorosi, ma sono stati sopportati in silenzio. Con lo strazio racchiuso nel cuore, nella speranza che la luce della verità, il sacro amore per la Patria, finissero con l'avere il sopravvento. Ma l'imboscata di Muccia ha raggiunto il colmo, essa non ci consente di tacere
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    4 m
  • Quei prigionieri fuggiti dal campo di concentramento che cercano ospitalità nelle nostre case. (1 gennaio 1944)
    Jul 6 2024
    Quei prigionieri fuggiti dal campo di concentramento che cercano ospitalità nelle nostre case. Molti, molti prigionieri nemici, fuggiti dai campi di concentramento nell'infausto 8 settembre, girano indisturbati per le nostra campagne. Con delittuosa compiacenza, falsissima pietà, deplorevole paura, i prigionieri sono ospitati nelle case di campagna, aiutati, sfamati e puliti. A tutti i vigliacchi che si sono assunti questa turpe complicità vogliamo non ricordare le pene gravissime che il Codice di guerra contempla contro coloro che aiutano in qualunque modo e circostanza il nemico, ma rammentiamo invece: che quel prigioniero è nemico giurato dell'Italia; che quel prigioniero è colui che ha ucciso i nostri fratelli, buttando nel pianto tante madri e spose; che quel prigioniero appartiene a quella odiata razza che dall'alto ha orrendamente bombardato le nostre città indifese abbattendo Chiese, ospedali, case civili, uccidendo migliaia di mamme e bimbi. Vergogna-Vergogna-Vergogna. Quando ritorneranno i nostri prigionieri affamati, sporchi, avviliti, chiedete loro se inglesi, russi, americani si sono commossi alle loro sofferenze, ai loro dolori, alla loro fame. E allora immensa, senza attenuanti, sarà la condanna morale.

    (L'Azione repubblicana, 1 gennaio).
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    3 m
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