• Maceratando, storia e poesia della città di Macerata

  • De: Roberto Cherubini
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Maceratando, storia e poesia della città di Macerata

De: Roberto Cherubini
  • Resumen

  • La storia di Macerata tratta dai volumi di Franco Torresi dal titolo "La città sul palcoscenico"
    50 poesie straordinarie di Giordano De Angelis
    curato da Roberto Cherubini
    Copyright Roberto Cherubini
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Episodios
  • Prospettive eccellenti per il teatro amatoriale cittadino (4 ottobre 1911)
    Dec 22 2024
    Prospettive eccellenti per il teatro amatoriale cittadino.

    Sabato 30 settembre la filodrammatica «Ermete Novelli», diretta con tanto amore e valore dal Dott. Aristide Matteucci rappresentò al Lauro Rossi Pietra fra pietre di Sudermann. Il cimento
    fu arduo: ma i bravi filodrammatici seppero superarlo anche nelle posizioni più difficili, tra il fragoroso plauso d'un pubblico assai folto e scelto. La Sig.na Leny Bertarelli, che affrontava il pubblico per la 2a volta, seppe guadagnarne le simpatie, in una parte difficoltosissima, con efficacia, con grazia, con sentimento. La Sig.ra Eda Proia Matteucci, anche lei nuova alle emozioni del palcoscenico, si addimostrò padrona della scena. Vivace, briosa la Sig.ra Angelina Riccio Matteucci che fece della sua parte una creazione felicissima.
    Un ottimo Giacomo fu Aristide Matteucci; egli fu nei punti principali di un vigore che strappò l'applauso. Nella scena culminante del 3° atto impressionò vivamente. Bene anche Ciro Matteucci che sfoggiò correttezza e naturalezza in una parte che presentava non poche difficoltà per i suoi poco netti contorni. Il Dott. Paolo Bertarelli, lasciò nel pubblico un'impressione incancellabile con la sua recitazione fatta di impeccabile naturalezza e spontaneità. Il Romanelli un Rocco che esilarò gli spettatori. De Cristofaro, aspro, violento e vile nella parte di Carlo. Il Parazzoli sottile e corretto nella parte del Commissario; Pierini e Piani efficacissimi. La piccola Fedra Silvetti disse la sua parte con precisione e grazia. L'incasso fu devoluto al tenore Bertini, a cui beneficio fu fatta la serata.

    (La Provincia maceratese, 4 ottobre).
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  • La felice prova dell'autoptero Bernasconi (Aprile 1910)
    Dec 22 2024
    La felice prova dell'autoptero Bernasconi.

    Anche nei giornali della capitale si parlò tempo addietro di un nuovo tipo di aereoplano, inventato da uno studioso giovane residente a Macerata: il signor Fernando Bernasconi. In questi giorni e precisamente giovedì scorso l'inventore ed il costruttore del nuovo velivolo Sig. Renzo Rabbaglietti, tennero una riuscitissima prova presso la tenuta del conte Ludovico Carnevali sulla strada di Cingoli. Assistevano alla prova poche persone fra cui il Sig. Biagio Micozzi Ferri il cui stabilimento ha fornito il materiale, il conte Viscardi Materassi, il conte Risso Taurico, il meccanico Romeo Giovannetti e lo chaffeur del suddetto conte Materassi. L'areoscafo Bernasconi è un apparecchio simile nella configurazione ad un monoplano, ma si fonda su un principio assolutamente originale. La teoria del suo volo, formulata in base a una scoperta scientifica dello stesso Bernasconi, è poi in sostanza quella medesima del volo degli astori e delle rondini. In conclusione all'azione del motore si sostituisce a volontà quella del vento che senza timor di danno può anche esser violentissimo e raggiungere anche i 20 Km. all'ora, quanto debolissimo, servendo ugualmente allo scopo. Ciò non avviene per gli altri tipi di velivoli.
    L'autoptero è largo M. 9 lungo M. 5 ed ha la superficie di 17 mq. portante. Pesa senza motore Kg. 100 e durante la prova compreso il pilota il peso totale era di Kg. 215 (verrà a giorni applicato un motore Anzani e nuove prove verranno compiute). L'areoscafo autoptero Bernasconi verrà esposto da sabato 16 fino a giovedì 21 aprile nel teatro dell'Albergo Centrale per comodo di coloro che volessero averne esatta cognizione.
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  • Per il patrimonio artistico della provincia di Macerata (18 gennaio 1912)
    Dec 22 2024
    Per il patrimonio artistico della provincia di Macerata. 18 gennaio 1912

    Ieri sera presso il regio Istituto tecnico si è riunita la società di amatori e cultori di belle arti e archeologia sotto la presidenza dell'architetto prof. Giuseppe Rossi. Erano presenti i professori Zdekauer e Arcangeli della nostra Università. I professori Bonci, Piersantelli, Ricci, Cento e il sig. Tucci, segretario. Dopo una viva e matura discussione vennero all'unanimità concretati due voti da presentare al Ministero della P.I.
    Uno, perchè la direzione regionale delle antichità e scavi che ha la sua sede ad Ancona, assuma carattere prettamente regionale, togliendole cioè la dipendenza dell'Abruzzo teramano, che per ragioni evidenti è più opportuno che dipenda dalla direzione regionale dell'Abruzzo.
    Un altro, perchè il Ministero prenda al più presto provvedimenti per la conservazione di due insigni monumenti medioevali cristiani, dell'alto medioevo, quali sono la chiesa di San Claudio in Val di Chienti, tra Macerata e Morrovalle, e la Abadia di Rambona, non lungi da Pollenza, tra Pollenza e Tolentino. Entrambi sono in uno stato di grande abbandono e di deperimento. Un altro voto venne pure concretato da presentarsi alla provincia e al comune nostro affinchè dieno opera a realizzare il tanto vagheggiato disegno di un Museo civico a Macerata. È da augurarsi che le iniziative e i desideri della benemerita associazione vengano degnamente considerate ed accolte, per il decoro provinciale e cittadino.
    Il Giornale d'Italia trattò già ampiamente l'argomento del Museo civico, ond'è noto come la passata amministrazione del Comune avesse già tracciato le linee fondamentali secondo le quali il Museo civico avrebbe dovuto in breve ora e con minima spesa realizzarsi. Per esse, la cosiddetta Pinacoteca comunale, sarebbe stata sbarazzata di tutto il materiale artistico che raccoglie ora (quadri, gessi, monete, maioliche) e la Biblioteca comunale Mozzi, la più importante delle Marche, avrebbe subito acquistata una magnifica sala di lettura, della quale manca, con grave disagio degli studiosi. Il materiale pesante, statue e lapidi, sarebbe stato disposto e ordinato nell'attuale pescheria, chiudendola con vetriate (sezione lapidaria), quello di quadri, maioliche, monete, ecc., al piano soprastante. Così avrebbe avuto corpo alfine il Museo civico di Macerata e sede degnissima, per luce, decoro, sicurezza con spesa insignificante.
    Ed è certo che quell'amministrazione, come in poco più di un anno curò che sorgesse dalle fondamenta la prima grande scuola elementare moderna che Macerata possiede così avrebbe restando, realizzato il disegno del civico Museo, già sicuramen- te delineato da essa. Entrato il problema della sistemazione delle scuole in altro curricolo, gioverà fare anche un altro dise- gno per il detto Museo: comunque è da augurarsi che il Comune consideri presto e seriamente la cosa per il decoro e l'interesse della città.

    (Il Giornale d'Italia, 18 gennaio).
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