La mia idea di Coro (English Subtitles) Podcast Por  arte de portada

La mia idea di Coro (English Subtitles)

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In questo numero della newsletter, il M° Aurelio Porfiri condivide una riflessione particolarmente sentita: la sua idea di coro. Dopo oltre quarant’anni immerso nel mondo della musica corale – come direttore, compositore, giurato, docente – Porfiri sente l’esigenza di tracciare un bilancio, offrendo una sintesi della sua visione attuale, maturata attraverso studio, pratica e confronto con numerosi protagonisti del panorama corale internazionale.

Nel video che accompagna questa newsletter, Porfiri non propone un manifesto definitivo, ma piuttosto alcune considerazioni aperte, frutto dell’esperienza e della riflessione. Rifiuta l’idea del direttore di coro come “dittatore artistico”, sostenendo invece una figura di direttore-facilitatore, custode della tradizione e interprete capace di ascolto. Il coro, secondo lui, non è una macchina da plasmare secondo la sola volontà del maestro, ma una comunità di anime pensanti e sensibili, capaci di contribuire in modo attivo e intelligente all’interpretazione musicale.

Questa concezione, maturata dopo decenni di attività, rappresenta non solo un punto di arrivo, ma anche una base per un dialogo aperto sul ruolo del coro nella musica sacra e sulla responsabilità artistica e umana del direttore.

In this edition of the newsletter, Maestro Aurelio Porfiri shares a deeply personal and significant reflection: his vision of what a choir should be. After more than forty years immersed in the world of choral music – as a conductor, composer, juror, and educator – Porfiri feels it is time to offer a synthesis of the insights gained through study, experience, and encounters with many leading figures in the choral world.

The video accompanying this newsletter does not present a final statement, but rather a set of provisional considerations shaped by a long artistic journey. Porfiri rejects the idea of the choir director as an authoritarian figure who imposes a singular interpretation. Instead, he embraces the model of the conductor as a facilitator, a guardian of tradition, and – above all – a great listener. The choir, in his view, is not a passive instrument in the hands of one, but a living community made up of experienced singers, each with a soul and emotional depth, whose contributions are essential to the musical expression.

This understanding, formed over decades, is both a point of arrival and a starting place for a broader dialogue on sacred music, choral leadership, and artistic responsibility.



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