
Israele bombarda anche il pane
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Dal blocco totale imposto a marzo all’impossibilità di far entrare aiuti, fino al bombardamento sistematico di serre, orti, frutteti e pescherecci: l’agricoltura a Gaza è stata sterminata. E con essa i suoi abitanti. Più dell’86% dei terreni è stato danneggiato. A nord si arriva al 94%. In molti casi, come a Rafah, non si tratta solo di distruzione ma di occupazione: ciò che non è stato raso al suolo è stato reso inaccessibile.
«Gaza è sull’orlo della carestia totale», avverte il direttore della FAO Qu Dongyu. Ma è già oltre l’orlo: centinaia di persone sono morte di fame, migliaia uccise mentre cercavano cibo. Michael Fakhri, relatore speciale ONU per il diritto al cibo, è chiarissimo: «Israele ha costruito la più efficiente macchina di fame che si possa immaginare».
Si chiama ecocidio, quando la guerra devasta intenzionalmente l’ambiente. E in questo caso ha un solo scopo: rendere la vita impossibile. Distruggere ogni futuro. Affamare come strumento di dominio. Le caratteristiche tipiche del genocidio.
Il diritto al cibo è diritto umano. A Gaza è diventato un bersaglio militare. Un altro indizio. Anzi, un’altra prova, l’ennesima, di ciò che accade a Gaza.
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