Flamenco Chiavi in Mano podcast  Por  arte de portada

Flamenco Chiavi in Mano podcast

De: Sabina Todaro
  • Resumen

  • Una chiave di lettura rivoluzionaria per capire il flamenco nella sua essenza culturale e musicale, offerta da Sabina Todaro. Dedicato a chi voglia conoscere e/o approfondire questa forma d'arte in modo non nozionistico, ma utilizzando la logica e comprendendo questo meraviglioso fenomeno, che è il flamenco, in tutti gli aspetti possibili, come strumento per la vita.
    Copyright Sabina Todaro
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Episodios
  • #118- La catarsi e il flamenco - Flamenco Chiavi in Mano
    May 25 2024
    Parlando di catarsi e flamenco dobbiamo partire dalla tragedia greca, che si svolgeva nell'ambito delle feste per i riti Dionisiaci, e non era solo un genere teatrale, ma un viaggio emotivo che riproduceva l’esperienza estatica dei rituali dionisiaci. Immediatamente è evidente il parallelo con il duende!
    Attraverso l’estasi, gli spettatori venivano trasportati oltre la loro realtà quotidiana, in uno stato di alienazione e trasfigurazione.

    Filosofi come Socrate e Platone e Aristotele hanno analizzato la catarsi della tragedia greca come liberazione dai mali interiori e apertura alla saggezza.

    Nietzsche afferma che le emozioni legate ai riti dionisiaci con la loro forza vitale caotica, legata a musica e danza, si intensificano, per poi purificarsi attraverso la potenza della musica e della danza.

    Le passioni e le emozioni evocate dalla tragedia greca sono potenti, ma non nascono da eventi reali. Sono il risultato di una situazione intensa, ma immaginaria, che stimola paura ed empatia, permettendo agli spettatori di vivere e purificare sentimenti altrimenti inespressi. Anche il flamenco racconta di storie collettive, condivise, e non ha mai l’intenzione di sottolineare i fatti ma soprattutto di evocare le emozioni umane ad essi legate.

    Nella tragedia si usavano grandi maschere, che amplificavano le voci e anche le emozioni e servivano da metafora dell’irrazionalità e della passione. Permettevano agli attori di incarnare pienamente i loro personaggi, anche quelli femminili (gli attori erano sempre uomini), trasmettendo al pubblico la potenza delle storie raccontate.

    Il flamenco, è un’espressione artistica che, proprio come la tragedia greca, permette una catarsi emotiva. Attraverso la musica e la danza, il flamenco invita a un viaggio interiore, dove le emozioni più profonde vengono liberate e trasformate in arte. Con un rinnovamento emotivo che genera una grande e sana gioia di vivere.

    In sintesi, il concetto di catarsi è evoluto da una pratica di purificazione fisica e spirituale a un processo di liberazione emotiva e cognitiva, fino a diventare un elemento chiave nell’esperienza estetica dell’arte, in particolare nella tragedia greca. Questa evoluzione riflette la ricerca continua dell’uomo di comprendere e trasformare le proprie emozioni e passioni attraverso vari mezzi culturali e artistici.

    Sono Sabuina Todaro, mi occupo di Flamenco e danze e musiche del mondo Arabo dal 1985, dal 1990 insegno baile flamenco a Milano e un lavoro sull'espressione delle emozioni attraverso le danze del mondo arabo che ho chiamato Lyrical Arab Dance.
    Studio danza da tutta la vita e nella mia formazione ho studiato psicologia, pedagogia e neuroscienze, e vedo il valore catartico del flamenco nell'espressione di una gamma incredibile di emozioni che coinvolgono profondamente il pubblico che non è mai spettatore distratto ma parte attiva che collabora profondamente alla performance, e l'effetto catartico e rituale viene anche amplificato dalla presenza del ritmo. Questo conferisce al flamenco un valore ancor più terapeutico che sfocia nella gioia di vivere.
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    19 m
  • #117- La pedagogia del flamenco metodo Todaro - Flamenco Chiavi in Mano
    May 17 2024
    Dedico questo podcast al mio modo di insegnare il flamenco, baile e cultura. Ho ideato un metodo rivoluzionario, diverso da tutto ciò che avevo visto nella mia formazione. Ho cercato un metodo nuovo perché solitamente si insegna in modo standard, al quale ogni allievo si deve adeguare a prescindere dalle sue qualità, caratteristiche, inclinazioni. Ho vissuto in prima persona il disagio di avere un corpo molto lasso e molto mobile, e dover studiare danza con un metodo che non si interessava minimamente alle mie difficoltà, ma solo alle doti "acrobatiche" che il mio corpo così mobile poteva avere, e delle quali potevano beneficiare i miei insegnanti una volta messa su un palcoscenico.Il corpo si è evoluto in modo da poter sopravvivere efficacemente durante migliaia di anni di evoluzione. Per sopravvivere ci sono voluti meccanismo di recupero dell'equilibrio, di lotta o fuga, che funzionino nel modo più automatico ed efficace possibile. Le possibilità di movimento delle articolazioni non sono infinite, e conoscendo il corpo si può imparare ad usarlo nel modo più efficace, che è quello con il quale è costruito. Nella sede in cui insegno, infatti, alle pareti ci sono appese la mappa delle ossa, dei muscoli e del sistema nervoso, non foto di danza. Se devo ballare devo avere idea di cosa sto effettivamente facendo! Ad esempio, a chi balla flamenco sviene insegnato che si devono "girare i polsi", ma il polso può soltanto flettersi dorsalmente e ventralmente e inclinarsi un po' lateralmente. Le torsioni sono opera degli avambracci, non dei polsi! Con un sistema tradizionale, impara una persona su dieci, con il mio sistema su dieci persone, dieci persone ballano. Nelle lezioni quindi uso il sistema "Anatomia in Pratica": conoscere il corpo nella pratica, per poterlo usare al meglio.Nelle lezioni uso moltissimo l'ascolto del corpo: la sensibilità cinestetica (la capacità di sentire il flusso del movimento) e la sensibilità propriocettiva (la capacità di sentire dove sono e cosa fanno ossa, muscoli, tendini, legamenti e capsule articolari). Se non sento cosa faccio, come farò a fare quello che voglio?Il corpo non fa ciò che vediamo ma fa ciò che sappiamo. Se conosci un po' le neuroscienze, lo sai! Se non conosco una possibilità del mio corpo, la eviterò e non riuscirò neanche a vederla su un altro corpo. Quanto più conosco del mio corpo per esperienza, tanto meglio mi muovo. Nella società occidentale si conosce il corpo solo attraverso il dolore: so di avere dei piedi quando mi fanno male!Uso anche una parte di ciò che si fa con il metodo Feldenkrais (conoscersi attraverso il movimento): porre attenzione a cosa succede in una parte del corpo quando se ne muove un'altra. Se sposto il peso da un piede all'altro, sento che il bacino risponde, e anche il torace, il collo, le spalle, l'intera struttura. In questo senso è fondamentale nella mia pedagogia comprendere una parte di neurologia, e usare quindi l'approccio neuroscientifico, mettendo a confronto diverse scienze (neurologia, anatomia, psicologia, comunicazione, espressione...) per affrontare lo studio del movimento in modo molto più efficace. In questo modo la velocità di apprendimento è incredibile. Mi sono sempre basata sul sentire, sull'espressione, e d'altra parte queste sono le cose su cui ho centrato i miei studi universitari: ho studiato psicomotricità e sono cresciuta in una casa in cui i libri di scienze erano molto presenti. Mia madre bìologa, mio padre farmacista, mia sorella e il mio ex marito medici... sono cresciuta in questo ambiente!Il cervello e il sistema nervoso periferico determinano che ci muoviamo come ci muoviamo! E sarebbe sciocco non sfruttare questi meccanismi, perché funzionano benissimo, anche in campi imprevedibili: se gli allievi non capiscono un ritmo, mi basta spostarmi nello spazio e obbligarli a guardare in una direzione diversa per sbloccare il meccanismo di comprensione del ritmo, proprio spostando gli occhi. Ogni persona ha in dotazione un corpo unico, diverso da ogni altro e l'epigenetica influenza ancora di più questa incredibile individuazione, sviluppandoci in maniera molto personalizzata nel corso della vita. L'epigenetica è un insieme di stimoli ed esperienze che fanno si' che la genetica si esprima o non si esprima. Due gemelli bambini si somigliano molto di più di quanto si somiglieranno a 40 anni! Il corpo si adatta alla vita che si fa, alle esperienze, al punto di vista sulla vita. La distribuzione delle masse corporee, delle rughe, della postura ecc sono personalissime. Un altro aspetto che coltivo moltissimo nelle lezioni è l'intuizione, la capacità di capire istintivamente cosa dobbiamo fare, come comportarci. Il flamenco non è nato da una scuola, ma da un istinto, e si può imparare a "sentire" quando entrare con un suono o un movimento sulla musica. Gli andalusi lo hanno sempre fatto in modo naturale. Perché non fare lo stesso?L'espressività è un'altra base...
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    31 m
  • #116- Come viene insegnato il Baile Flamenco? - Flamenco Chiavi in Mano
    May 4 2024
    Come viene insegnato il Baile Flamenco?Si può dire che ogni insegnante lavora a modo suo, e ha finalità e modalità diverse. Dall'inizio dell'insegnamento del baile si è lavorato sull'apprendimento di sequenze coreografiche, che venivano imparate a memoria e ripetute. Evidente,ente imparare così non crea una buona postura, fluidità di movimento, e neppure equilibrio fra i due lati del corpo, perché in una coreografia i passi non vengono fatti ugualmente con il lato destro e con il sinistro del corpo. Si creavano nelle scuole dei veri e propri repertori coreografici, che venivano ripetuti in modo sempre uguale negli anni, e attraverso questo bagaglio o, come dicono "materiale", i danzatori costruivano le loro capaacità. Una figura importantissima della pedagogia del baile flamenco è stata Maria Magdalena, la prima persona che abbia immaginato di creare una pedagogia del flamenco. Ebbe una intuizione forte a riguardo. Nella mitica sede storica della famosissima scuola di flamenco Amor De Dios, Maria Magdalena aveva decine e decine di allievi stipati in pochissimo spazio, sudati e stravolti, attentissimi ai suoi esercizi. Volle trovare le chiavi del baile per dare una formazione di tipo professionale ai suoi allievi. Aveva una base molto solida di danza classica e scuola bolera e con questa formazione cercò di trovare le chiavi della pedagogia del flamenco. Le sue lezioni erano faticose, difficili e durissime. Lavorava molto sul controllo del corpo. Ogni giorno faceva un'ora di lezione di tecnica e una di coreografia. Faceva un'ora di soli giri, una di soli ritmi di piedi, una di sole braccia, una di sole nacchere. Era molto attenta alla precisione delle posizioni statiche, alla pulizia del movimento. Il corpo veniva maltrattato da un punto di vista anatomico. E tutto veniva fatto con una grandissima forza.Era una donna piccolina, rotondetta, e molto decisa. Si doveva fare come diceva lei. Le articolazioni dovevano essere usate al massimo delle possibilità, ai limiti del mal di schiena e della tendinite. Educò generazioni di bailaores e studiosi del flamenco di tutto il mondo. Voleva che tutto fosse controllato, tenuto, che il corpo fosse usato al massimo delle sue possibilità. Negli anni '80 e '90 chi studiava flamenco andava a Madrid a studiare da lei, quindi il suo format pedagogico è stato innegabilmente il più importante e il più diffuso al mondo. I suoi esercizi per i polsi, con rotazioni e flessioni a pugno chiuso, i suoi esercizi ritmici in sequenza (tablas) sono conosciuti da tutti, anche da chi non ha neppure mai sentito il suo nome. Il suo metodo è innegabile, indiscutibile. Ha creato delle regole!La possiamo vedere in azione nel film di Carlos Saura del 1983, "Carmen Story" in cui interpreta se stessa, e su Youtube trovi un video in cui Maria Magdalena insegna a suonare le nacchere. Ci sono state tantissime persone che si sono trasferite a Madrid per poter studiare ogni giorno con lei. Migliaia di persone hanno studiato con lei e sfruttano nell'insegnamento il suo metodo, ma se cerchi informazioni su di lei on line.... trovi solo un articolo che ho scritto io. Forse le persone dimenticano di ringraziare i propri maestri. Studiare con lei mi ha insegnato tantissimo sul baile, anche se la sua visione della danza era diametralmente opposta alla mia!Negli ultimi 30 anni moltissimi ballerini hanno cominciato ad inserire esercizi di altro tipo nelle classi di flamenco, spostare le spalle, la testa, il torace, il bacino.. tutto dall'alto verso il basso (cosa che è neurologicamente scorretta, chi mi conosce lo sa, perché le catene muscolari lavorano dal basso verso l'alto). E poi decine, centianaia, migliaia di ripetizioni, finalizzate a migliorare il movimento. Ma se il movimento è sbagliato e lo ripeto un milione di volte resta sbagliato! Se coosì non fosse, io non avrei la R moscia: la ripeto migliaia di volte al giorno da tutta la vita, ma il movimento della mia lingua è sempre sbagliato e la r continua ad essere moscia. Molti bailaores hanno capito che non si può lavorare solo sulla forma ma sul sentire e sull'espressione. Un pioniere di questo lavoro è stato El Torombo, bailaor sivigliano, cresciuto fra i gitani del quartiere de Las Tres Mil. Gia negli anni '90 era considerato a Siviglia un passaggio obbligato per lo studio della Buleria, ma metteva un punto di vista interessante su tutto: ricordo le sue lezioni di Alegrias, in cui ti diceva che dovevi prima immergerti nell'ascolto del cante e poi, una volta bevuto il cante, potevi muoverti. El Torombo oggi è diventto uno Youtuber, anzi, un influencer, con una sua filosofia sulla vita molto particolare. Parecchio istrionico, molto affascinante, coinvolge allievi in tutto il mondo. Altro nome fondamentale da fare è quello di Antonio Canales, che non ha una scuola sua ma tiene parecchi stages in Spagna e nel mondo. Da sempre Antonio aveva l'abitudie di premiare la personalità nel baile. Ho studiato tanto con ...
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    23 m

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