Non sempre chi ti controlla lo fa alzando la voce.

A volte lo fa sorridendo, chiedendoti scusa, o facendoti sentire in colpa.

E la cosa più scomoda di tutte? A volte, il manipolatore sei tu.

In questo episodio di Coaching scomodo per vite troppo comode ti porto dentro le dinamiche invisibili della manipolazione quotidiana, quelle che si nascondono nei silenzi, nei toni, nei “non importa”.

Scoprirai come riconoscerle, disinnescarle e tornare finalmente libero di scegliere, senza dover convincere o essere convinto.

Il coaching è l’antidoto alla manipolazione: ti insegna a comunicare, non a controllare.

A capire, non a reagire.

A essere vero, anche quando è scomodo.

Ti sei mai chiesto cosa succede davvero durante una sessione di coaching?

No, non quella roba da film motivazionale con le frasi epiche e il coach che ti urla “Credi in te stesso!”.

Parlo di una sessione vera. Dove non ci sono slogan, ma persone. Dove non cerchi risposte, ma impari a farti le domande giuste.

In questo episodio ti porto dentro il cuore del coaching: cosa accade, come funziona, perché non è magia ma consapevolezza.

Scoprirai che non è un monologo, non è una terapia, non è una chiacchierata. È un incontro con te stesso, accompagnato da qualcuno che ha il coraggio di non crederti quando ti racconti le solite scuse.

E no, non ti cambierò la vita. Ma potresti farlo tu.

Il talento è la scusa perfetta: ti solleva dalla fatica, ti fa credere che sia destino, ti lascia seduto mentre la vita scorre. Ma la verità è che il talento da solo non vale nulla. È un seme che, senza disciplina e costanza, marcisce.

In questo episodio di Coaching scomodo per vite troppo comode smonto il mito del “sono portato” e ti mostro perché la differenza la fa sempre la testa, non il talento.

Preparati a un pugno nello stomaco: non sei speciale, e non devi esserlo. Devi solo smettere di nasconderti dietro alle scuse e iniziare a fare sul serio.