Il diciassettesimo piano

la storia di un marito che amava la moglie ma sognava altre donne

De: Dmytro Bondarenko

Narrado por: Virtual Voice

La storia di un giovane ucraino molto affezionato alla moglie, ma che segretamente sognava altre donne. Un amico gli consigliò di visitare un bordello locale...

Capitolo 1
Si chiamava Kostya Steshenko, e ultimamente stava passando un brutto periodo. Desiderava così tanto un’altra donna che faceva fatica a controllarsi. Kostya lavorava in una grande città e ogni giorno vedeva centinaia, persino migliaia, delle ragazze più attraenti e seducenti del mondo intorno a lui.

— Eh già, per quelli in Europa, all’estero, è facile — sospirò Kostya. — Lì dicono che una bella donna è una rarità. Ma qui, nel mio Paese, in Ucraina, è impossibile resistere alla tentazione, quando ogni seconda donna è così sexy che nemmeno le star di Playboy o Penthouse possono competere!

È così facile perdere la testa con tutte queste minigonne e scollature vertiginose. E poi che moda idiota va adesso tra le ragazze — indossano la biancheria in modo che si veda da un chilometro di distanza!

Si distinguono persino i più piccoli disegni sul reggiseno, e le mutandine minuscole saltano fuori dai jeans delle donne. E poi, perché le chiamano ancora “mutandine”, quei fili simbolici?

Kostya soffriva anche un tormento infernale perché rispettava profondamente sua moglie. Una volta era stato follemente innamorato di Lesya, e anche ora, dopo sei anni di matrimonio, provava ancora per lei sentimenti speciali, teneri. Kostya aveva una paura tremenda di ferirla, perché teneva moltissimo al loro rapporto familiare. Dopotutto, a parte i suoi genitori, non c’era nessuno al mondo più caro e vicino a lui di sua moglie.

Ma ora, nonostante tutto, Kostya desiderava disperatamente un’altra donna. La desiderava così tanto che diventava quasi insopportabile. E non importava nemmeno chi fosse — bionda, bruna o rossa. La cosa principale era che doveva essere un’altra donna, non sua moglie.

Sei mesi prima, lui e Lesya avevano avuto una bambina. Le responsabilità e i problemi legati alla genitorialità avevano temporaneamente sostituito il desiderio di Kostya, ma man mano che la bambina cresceva e c’era più tempo libero, il tormento era tornato con ancora maggiore intensità.

Arrivò la primavera, e poi la calda estate ucraina. I viali della grande città si riempirono di gambe snelle e ombelichi scoperti.

Kostya era sconvolto. Non riusciva a concentrarsi a lungo sul lavoro, e la sua reazione a qualsiasi cosa che non fosse una bella donna era terribilmente rallentata. I suoi vecchi trucchi per calmarsi non funzionavano più. Prima, ogni volta che vedeva un’altra ragazza molto seducente per strada, riusciva sempre a dissuadersi: “Che posso fare? Mi avvicinerò, le parlerò, e anche se accetta, poi? Sono al lavoro, ho sempre un sacco da fare, e il capo mi controlla costantemente al cellulare…”

Ma infine, Kostya arrivò al punto in cui nessun trucco per domare la libido funzionava più. Sentiva chiaramente che, la prossima volta, in una situazione simile, non sarebbe riuscito a trattenersi. Avrebbe facilmente buttato via il lavoro, il capo insopportabile e persino la moglie, che ancora amava e rispettava profondamente. La prossima volta si sarebbe dimenticato di tutto e di tutti, e si sarebbe precipitato verso la prima donna incontrata per strada, come un cervo impazzito.

Uno dei suoi colleghi più stretti al lavoro, Kuzma, notò lo stato d’animo stressato di Kostya:

— Ehi, amico! Ti sei innamorato di qualcuno? Ultimamente ti comporti come un pazzo.

Kuzma aveva circa dieci anni più di Kostya ed era di modi piuttosto rozzi. Amava infilarsi il dito nel suo enorme naso, che sembrava una gigantesca patata di Sumy. Inoltre, Kuzma soffriva di sinusite cronica, il cui odore si sentiva da alcuni passi di distanza.

— Dai, dimmi — chi è? Chi è la tua musa? — chiese Kuzma, chiaramente desideroso di ascoltare una storia interessante...
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